Educare alla bellezza

Luogo dalle problematiche sociali delicate, la scuola e' abitata da esseri umani bisognosi di uno sguardo capace di coglierne le fatiche. Necessitano di una spinta per agire con coraggio secondo le proprie convinzioni. Sono giovani da trattare con rispetto, affinche' da adulti siano in grado di empatizzare.

Sono una docente di ruolo della scuola secondaria di primo grado, mi occupo di sostegno didattico agli alunni con bisogni educativi speciali: disabilita' fisica o cognitiva, disturbi evolutivi specifici, Disturbi Specifici dell'Apprendimento, ADHD, disagi legati a fattori socio-economici-linguistici-culturali, difficolta' di tipo comportamentale e relazionale.

Penso ad una scuola che pratichi l'uguaglianza nel riconoscimento delle differenze, ad un apprendimento che eluda la standardizzazione, perche' tutti gli alunni hanno bisogni "speciali" e l'inclusione riguarda tutti.
Le difficolta' di apprendimento possono avere ragioni diverse, ma attraverso una didattica personalizzata ed individualizzata e' possibile potenziare le abilita', compensare le difficolta', imparando a valorizzare i punti di forza.

Educare alla bellezza significa, per me, dotare i giovani di un'arma contro la paura di non farcela, contro l'abitudine che annienta, contro la rassegnazione che blocca, contro l'isolamento che esclude. Fiducia, curiosita', desiderio, amor proprio, sono terreno fertile per coltivare il talento, dando forma alla propria unicita'.